giovedì 14 febbraio 2008

sabato 9 febbraio 2008

Aborto e legge 40 - Anni '60-'70: gli albori

Ho 57 anni, e lo specifico perché è imprescindibile per raccontare della mia giovinezza agli albori degli anni '70. Allora si mormorava, non si dispiegava la voce come adesso, non si facevano ancora cortei, gli uomini, quelli adulti si intende, ti guardavano con disprezzo quando fumavi per strada, le minigonne li facevano impazzire, ma per loro rimanevi sempre una puttanella, i rapporti sessuali erano qualcosa che non si raccontava nemmeno all'amica del cuore, figurarsi quindi se rimanevi incinta! Il passo successivo, nel 90% dei casi era il matrimonio. Ma, c'era un ma, certamente, le ragazzine-bene e le signore ricche, scopavano a rotta di collo, tanto l'Inghilterra era vicina, lì si abortiva e nel giro di 24 ore si tornava a casa. L'Inghilterra? L'aereo? Ma siamo matti! Un volo a Londra costava una cifra, chi poteva solo immaginare di fare una cosa simile? E la clinica per abortire? Parliamo di milioni! Che rimaneva ? Ma che sciocchezza, le "mammane" no!? Quelle che ti mettevano sul tavolo di cucina e ti infilavano un ferro da calza per sistemare la questione e magari ti perforavano l'utero. Oppure i consigli delle altre donne, le docce fredde (al massimo ti beccavi un raffreddore), gli infusi di prezzemolo, le irrigazioni con intrugli non meglio specificati.
Mi ricordo ancora, ero una ragazzina, un giorno in cui mia madre e mia zia parlavano di un argomento futile, gossip per capirci. Mina, (sì, la cantante) era incinta! Mia zia, fiera puritana, si scaldava nella conversazione, le si imporporava il collo e una vena si gonfiava a dismisura, nel lessico familiare la chiamavamo "vena d'oro", insomma era indignata perché quella zozzona era incinta di un uomo sposato, e si teneva questo figlio del peccato con estrema disinvoltura! Naturalmente qualche anno dopo ho scoperto che la zia in questione a 19 anni era rimasta incinta del suo fidanzato e si era dovuta sposare. La dice lunga no?
Il seguito a più tardi.

mercoledì 6 febbraio 2008

Il telegiornale mi fa male


Che pollastra! Per la mia maledetta fretta ho perso il testo che ho inviato poco fa all'Osservatore Romano, a proposito degli ultimi bla-bla-bla del papa-re.
Oggi se ne è uscito fuori che non bisogna essere attaccati ai beni terreni.
Allora ho mandato una mail all'Osservatore dicendogli se il Santo Padre, mentre parla, riflette che il costo del suo abito, molto probabilmente, è tanto quanto tutto il mio guardaroba e che se Gesù Cristo decidesse di rifarsi una passeggiata sulla terra e vedesse lui e tutto il suo seguito conciati in quel modo si farebbe delle gran risate. Pensate che mi risponderanno?
Staremo a vedere.
Sempre vostra.
Luz

domenica 3 febbraio 2008

Bassa pressione


E' una umida, triste, grigia, piovosa, orrida, deprimente, inconcludente, giornata anzi domenica di febbraio. Scusate se non ho più scritto, avrei voluto tanto ma le giornate mi sono sfumate tra le dita ed eccomi qui, anche io orrida e deprimente Luz!
Sono giorni bui e privi di senso, non so proprio se ce la farò ad emettere suoni dalla mia gola, è come se fossi muta, di lingua e di cervello. A caso: i feti vanno rianimati e il papa ringrazia i medici, i ragazzi, stranieri o italiani si ammazzano di botte, gli operai, italiani o stranieri, muoiono sul lavoro, si parla delle scene di sesso di Nanni Moretti, Baudo fa il festival di Sanremo, i politici sono dei gran buffoni, il Cavaliere impazza ed è un vero verme strisciante, a me va solo di starmene dentro casa e a non ascoltare, a fare le mie cose, ma senza ascoltare, senza domande e risposte. Vorrei coltivare rose e peonie, leggere il cielo e le stagioni, parlare con leggerezza ed invecchiare con gioia. Ma non posso, no proprio non posso, io sono una di quelle dei tempi "la classe operaia va in paradiso", che cazzo ci sto a fare in un giardino di rose e peonie, anche se lo vorrei con tutte le mie forze?

venerdì 25 gennaio 2008

Piove sul bagnato


Prodi mi è sempre stato indifferente, come tutti gli italiani non capisco quando parla e dopo due minuti mi distraggo e comincio a pensare ai cazzi miei. Ma "il mascalzone" Berlusconi mi fa montare il sangue al cervello, non ho mai odiato tanto un uomo quanto lui. La destra, quella storica, è per me "il nemico", ma l'avversario mi piace batterlo sul terreno, di fronte, ad armi pari.
Berlusconi e i suoi scherani mi fanno venire in mente una sola cosa, terrorizzante: IL NULLA. Quello di Michael Ende nella Storia Infinita, che avanza sbriciolando ideali e fantasia, omologando le nostre vite e facendole avvizzire in un batter d'occhi.
Ora, di nuovo, battaglie a non finire, perché quel centimetro di terreno che avevamo conquistato lo riperderemo, perché l'orda barbarica di Forza Italia, AN e Lega, spavaldi e incivili resteranno al governo per un altro ventennio, e cosa che mi fa schifo, la pseudo-sinistra, un vero e proprio "blob", divorerà e digerirà se stessa, perdendosi in liquame.
E noi?
Scusate il riferimento ai miei amati libri che sono il pane quotidiano, noi diventeremo dei Pinocchi, perché come dice Geppetto, all'inizio del libro "...lo voglio chiamar Pinocchio. Questo nome gli porterà fortuna. Ho conosciuto una famiglia intera di Pinocchi: Pinocchio il padre, Pinocchia la madre e Pinocchi i ragazzi, e tutti se la passavano bene. Il più ricco di loro chiedeva l'elemosina".

mercoledì 16 gennaio 2008

Su papa Ratzinger

Personalmente sono molto contenta che questo potente capo di stato non abbia varcato la soglia della Sapienza, anzi, se fosse in mio potere lo obbligherei alla regola francescana di non avere calzari né due tonache e lo manderei, lui e tutto il consesso di cardinali e vescovi, a predicare la parola di Dio, vivendo di elemosine. ma questa è un'altra storia come direbbe Michael Ende.
Invece aggiungo il commento del mio amico Elio che mi ha scritto una mail e che, pur essendo un laico e ateo convinto dice così:
...sono legittimi almeno quanto lo sarebbe stato l'intervento del Papa alla Sapienza. Sul quale noto solo un particolare: abbiamo graziosamente, generosamente e sciaguratamente consegnato ai papalini di ogni risma l'opportunità di impugnare uno degli strumenti preferiti dal Paradigma laico-scientifico-positivamente-evoluzionista e darwiniano, vale a dire il concetto di lotta per la libertà di espressione. Ed ora l'intera progenie ratzinger-creazionistico-veterotestamentaria-giulianferrariana lo usa contro di noi sbattendocelo in faccia in nomine patris. Bel risultato. Complimenti al prof. Cini e all'improvvido rettore. Il quale forse avrebbe dovuto come si dice "tastare il terreno" sul quale è rovinosamente scivolato, prima di invitare un papa teologo all'Agape della Libera Scienza in Libero Stato.

martedì 15 gennaio 2008

L'arpa di Davita

Una persona a me molto cara mi ha regalato un libro meraviglioso: "L'arpa di Davita" di Chaim Potok. Non intendo fare un riassunto del libro, tantomeno un commento, non ne sono capace, un libro mi rapisce per sottili e numerosi motivi.
Mi piace, a volte, rammentarne una frase che mi arriva dritta al cuore, attraverso chissà quali strane vie che sorgono dalle parole.

"Colmando con il lavoro tutte le ore della giornata, allontanava dalla sua vita i vuoti di ciò che chiamava tempi morti. I tempi morti portano alla solitudine, mi aveva detto una volta. E la solitudine, in certe occasioni, può spingerti a commettere sbagli e stranezze. La solitudine va prevenuta come si previene il dilagare di una pestilenza."